Gli abstract pubblicati sono in inglese per i seminari che saranno condotti in lingua inglese e in italiano per i seminari che saranno condotti in lingua italiana
Mark Baildon
Professore Associato e vicedirettore di Social Studies Education presso l'Istituto Nazionale della Pubblica Istruzione a Singapore, i suoi principali interessi di ricerca includono l'insegnamento degli studi sociali basato sull'inchiesta, scienze dell'educazione sociale in contesti globali e competenze del 21° secolo. Ha insegnato scienze sociali nelle scuole secondarie di Stati Uniti, Israele, Singapore, Arabia Saudita e Taiwan. Con James Damico, scrisse Social Studies as New Literacies in a Global Society: Relational Cosmopolitanism in the Classroom (Routledge, 2011) e ha creato il Critical Web Reader, una serie di strumenti on-line che guida gli studenti a leggere attentamente e criticamente qualsiasi fonte d'informazione su Internet.
Guiderà il workshop: Geographies of Online Spaces and Intercultural Citizenship insieme a Li-Ching Ho
Paolo Ernesto Balboni
Linguista italiano, docente universitario, studioso di glottodidattica, autore di importanti saggi per la didattica delle lingue straniere e di manuali di italiano. Attualmente è Direttore del Centro ITALS Università Ca' Foscari di Venezia e Direttore del Centro linguistico di Ateneo della stessa università.
Guiderà il workshop: Strumenti interculturali nella rete - due esempi: il dizionario dei gesti degli italiani e il progetto "paroleinviaggio" insieme a Fabio Caon
Abstract:
La rete rappresenta un “luogo” estremamente motivante per molti studenti in quanto coinvolge abilità e saperi di diversa natura, favorisce un’interazione più autentica e permette una co-costruzione di conoscenze, aspetti fondamentali per lo sviluppo di competenze interculturali.
L’intervento mira a dare conto di tali potenzialità motivazionali attraverso la presentazione dei due progetti che attraverso linguaggi e codici transculturali (i gesti e la musica) hanno permesso di realizzare dal 2010 interessanti iniziative on-line e in presenza.:
a. “Dizionario dei gesti degli italiani in una prospettiva interculturale” è uno strumento al servizio degli studenti di italiano nel mondo, ma è servito anche a creare una comunità di pratica tra gli insegnanti, che hanno cominciato ad arricchire il dizionario con le loro osservazioni;
b. “Parole in viaggio” è stato scelto dal Ministero degli Esteri come strumento per il premio internazionale di scrittura creativa tra gli studenti delle scuole italiane nel mondo, ma è poi diventato uno strumento per tutti gli studenti e i docenti di italiano ed ha portato ad un volume di avviamento alla letteratura e a delle lezioni concerto.
In entrambi i casi, come in molti altri progetti del Laboratorio di Comunicazione Interculturale e del Laboratorio di Italiano come Lingua Straniera (Comin e Itals) dell'Università di Venezia (www.unive.it/centrodidatticalingue) , la rete è stata l'ambiente naturale per molti progetti internazionali e interculturali.
Bachisio Bandinu
Laureato in Lettere e Filosofia presso L’Università di Cagliari, ha conseguito i diplomi in Giornalismo e in Radio-Televisione presso la Scuola Superiore delle Comunicazioni Sociali, Università Cattolica di Milano. E’ stato collaboratore del Corriere della Sera e direttore del quotidiano L’Unione Sarda. Tra le pubblicazioni: Il re è un feticcio con Gaspare Barbiellini Amidei, Rizzoli 1976, Costa Smeralda, Rizzoli 1980; Recenti trasformazioni dell’identità sarda, in L’età contemporanea Vol .IV , jaca Book 89; Narciso in vacanza AM&D 1994, Lettera a un giovane sardo, Della Torre 1996; I sogni dei pastori, AM&D 1998; Identità, Cultura, Scuola, con Cherchi e Pinna, Domus de Janas 2003, Il Pastoralismo in Sardegna, Zonza 2004; La maschera, la donna, lo specchio, Spirali Mi 2006; Raffaello Sanzio, Spirali Mi 2007; Il quinto moro, con S. Cubeddu,Domus de Janas 2008. Pro s’indipendentzia, Il Maestrale 2010.
Guiderà il workshop: Identità sarda ed esperienze all’estero
Abstract:
Vivendo in un'altra realtà culturale, c’è l'esperienza sensoriale della parola nella sua espressione corporea, di parola incarnata nella fonetica, nell'espressione mimica e gestuale del corpo. E’ da questo contatto che nascono bisogni e interessi che si collegano in vario modo con la realtà per cui il nuovo ambiente si fa teatro di esperienza, modo di essere diversamente nel mondo. E’ l’abitare un luogo dove si formano i linguaggi cinesici, prossemici, verbali, sociali, simbolici. Dentro questo universo si stabilisce la relazione con gli altri e con l’habitat dove le cose si elaborano e si interiorizzano, anche in riferimento allo sguardo, all'ascolto, al tatto, all’odorato e al gusto.
David Buckingham
Professore di Media e Comunicazione della Facoltà di Scienze Sociali presso la Loughborough University.
Prima di entrare nella Loughborough nel 2012, è stato docente di Formazione presso l'Institute of Education, London University, dove ha diretto il Centro per lo Studio dei bambini, della Gioventù e dei Media. La sua ricerca si concentra sulle interazioni dei bambini e dei giovani con i media elettronici e sull'educazione ai media. Attualmente sta dirigendo un progetto sulla progressione di apprendimento nell'educazione ai media e ha recentemente completato progetti su infanzia, 'sessualizzazione' e cultura del consumo e su giovani, internet e partecipazione civica. Recentemente ha condotto una valutazione indipendente per il governo del Regno Unito su 'l'impatto del mondo commerciale sul benessere dei bambini'. E' autore, co-autore o editore di 25 libri, tra cui recentemente Beyond Technology (2007), Youth, Identity and Digital Media (2008), Culture Video: Media Technology and Amateur creativity(2009) e The Material Child: Growing Up in Consumer Culture (2011).
Prolusione: Beyond the Binaries: Learning, Identity and the ‘Digital Generation’
Abstract:
Young people today are frequently characterized as a ‘digital generation’ – a generation that is learning and forming identity in new ways as a result of the impact of new media technologies. For some, this is cause for a gloomy pessimism about the superficiality and lack of authenticity of modern life; while for others, it prompts a celebration of the apparently empowering possibilities of new media. This presentation will challenge the technological determinism of these kinds of assertions, and argue for a more socially, historically and culturally grounded analysis of learning and identity formation in ‘late modern’ societies. Following a broad overview of current debates and research about young people’s relationships with digital media, the presentation will briefly draw on two empirical research projects that have addressed the changing nature of learning with new media. The first of these was concerned with the creative uses of visual media by migrant children; the second with the potential role of the internet in promoting civic participation among young people. It will be argued that understanding the nature of learning in these new digital environments requires us to move beyond a simple dichotomy between ‘online’ and ‘offline’ experiences; and that a pedagogy for the ‘digital age’ will positively require a more critical approach to the use of media in education.
Fabio Caon
Docente di “Didattica della comunicazione interculturale e della letteratura” all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Dirige il Laboratorio Comint (Comunicazione Interculturale) nella medesima Università ed è formatore di docenti in Italia e all’estero sui temi dell’Italiano L2 e dell’educazione interculturale nella scuola. Su tali temi ha pubblicato i volumi: “Tra lingue e culture. Educazione linguistica educazione interculturale” (Pearson-B. Mondadori), “Educazione linguistica e differenziazione: Gestire eccellenza e difficoltà” (UTET Università). è autore del “Dizionario dei gesti degli italiani. Una prospettiva interculturale” (Guerra Edizioni).
Guiderà il workshop: Strumenti interculturali nella rete - due esempi: il dizionario dei gesti degli italiani e il progetto "paroleinviaggio" insieme a Paolo Ernesto Balboni
Antonio Casilli
Professore associato di Digital Humanities presso il Paris Institute of Technology (ParisTech) e ricercatore in sociologia presso il Centro Edgar Morin, Scuola di Studi Avanzati in Scienze Sociali (EHESS, Parigi). Tra le sue pubblicazioni, Les liaisons numériques (Ed. du Seuil, 2010); Stop Mobbing (DeriveApprodi, 2000), La fabbrica libertina (Manifesto Libri, 2000). Ha inoltre curato i numeri speciali delle riviste Communications ("Cultures du numérique", n. 88, 2011) e Esprit ("Le corps à l'epreuve du numérique", n. 343, 2009). Dal 2009 coordina numerosi progetti di ricerca internazionali sui social network e sulla privacy sul Web. I suoi interessi di ricerca sono principalmente la comunicazione digitale, il corpo e la salute. Dopo aver fondato il blog Bodyspacesociety.eu, dal 2011 è ospite fisso di Radio France Culture.
Guiderà il workshop: Relazioni sociali e culture digitali
Abstract:
Essere 'presenti' on line significa, nel contesto dell'Internet attuale, sviluppare un complesso di strategie culturali che permettano di mettere in scena il corpo, l'identità e la socialità degli utilizzatori di technologie dell'informazione e della comunicazione. Dal più semplice 'smiley' agli avatar 3D più sofisticati – per non parlare della profusione di foto, testi e descrizioni nei social media – il posizionamento individuale di ciascun utente si articola progressivamente verso strutture collettive sempre più complesse. La 'presentazione di sé' diventa allora una maniera di gestire e accrescere il capitale sociale degli cittadini della Rete. Tali nozioni, sviluppate dalle scienze sociali nel corso degli ultimi decenni, permettono di inquadrare da un punto di vista teorico i comportamenti sul Web di individui iscritti in networks di relazioni sociali al tempo stesso locali e globali. E permettono altresì di comprendere come la strutturazione della presenza on line non costituisce solamente, per riprendere la celebre formula di Michel Foucault, una 'tecnologia del sé' – ma una vera e propria tecnologia del noi.
Ida Castiglioni
Fondatrice e co-direttrice di IDRInstitute-Intercultural Development Institute (Europa e USA). Ricercatrice confermata, è docente di sociologia dei processi culturali e comunicativi presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università Milano-Bicocca. E’ stata consulente di molte imprese italiane e internazionali sui temi delle relazioni interculturali, è attiva nella formazione dei servizi e delle agenzie non profit. Ha collaborato nella progettazione e nella formazione delle componenti interculturali di progetti EU di scambi internazionali, di questioni di genere e di relazioni con minoranze. Lavora da molti anni sulla dimensione corporea dell’esperienza culturale che condivide attraverso seminari incentrati sulla teoria nella pratica. E’ autrice di articoli e di due testi in italiano.
Guiderà il workshop: L'incorporamento dell'esperienza interculturale
Abstract:
L’esperienza della cultura è incorporata, a prescindere da quale sia la condizione del nostro corpo. Gli essere umani, non avendo un sistema percettivo specializzato possono vivere in qualsiasi ambiente, al contrario degli animali liberi che vivono quasi esclusivamente in un ambiente. Gli individui quindi costruiscono il mondo in cui vivono, creano una cultura. Organizzano le relazioni sociali tra esseri umani e tra essi e la natura attraverso un processo che è ancora primariamente fisico. Il significato attribuito a questi processi è condiviso dalle persone che organizzano le percezioni in maniera simile che tendono a creare gruppi di identità, e quindi gruppi culturali. Ecco perché gli individui viaggiano per esperire un’altra cultura, per farne esperienza sul corpo. Il seminario esplorerà come l’interazione con la tecnologia sta potenzialmente cambiando l’esperienza che facciamo durante un viaggio e più specificatamente durante uno scambio con un obiettivo di apprendimento interculturale. Gli interventi a supporto di questo tipo di apprendimento stanno considerando ancora troppo poco l’impatto del tempo e della traslazione spaziale offerta dai social network e da altre opportunità mediatiche che erodono il tempo fisico dell’interazione e della riflessione individuale. Attraverso la presentazione di dati, la discussione con i partecipanti e alcuni esercizi sensoriali, il seminario intende aprire un dialogo sulla possibilità 1) di usare intenzionalmente questa condizione di “dentro e fuori” dalla realtà virtuale a quella fisica per lavorare sulla capacità parallela di “cultural shifting”; 2) di includere approcci a supporto dell’apprendimento interculturale che coinvolgano maggiormente la consapevolezza corporea e “l’esperienza di sé all’interno di un contesto culturale”
Carla Chamberlin-Quinlisk
Professore associato di Linguistica Applicata e Scienze della comunicazione e arti presso la Pennsylvania State University, Abington College dove insegna in corsi di Lingua, Cultura e Comunicazione e insegnamento dell'inglese come seconda lingua. Ha co-fondato il Center for Intercultural Leadership and Communication di Abington Penn State attraverso il quale collabora con le organizzazioni locali e i distretti scolastici per sostenere programmi per chi impara le lingue e per i loro insegnanti. I suoi studi sulle interazioni interculturali nelle comunità multilingue, la comunicazione non verbale e l'uso dei media nell'insegnamento dell'inglese come seconda lingua sono stati pubblicati su riviste tra cui TESOL Quarterly, Communication Education, TESOL Journal, Intercultural Education, Communication Teacher, e Canada TESL. I suoi attuali interessi di ricerca e di insegnamento si concentrano sullo sviluppo di una coscienza critica dei media nell'insegnamento delle lingue e nei contesti di apprendimento.
Guiderà il workshop: Learning about culture: the web as an obstacle (with opportunities)
Abstract:
Intercultural educators are aware of the potential of on-line activities that allow students to collaborate with their peers across the globe, to create international communities, and to build intercultural relationships based on shared stories and experiences. Educators are also aware of the challenges of on-line resources. As with any pedagogical tool, the web requires careful attention to structuring meaningful participation and cultivating student investment in learning processes. The web, however, presents an additional challenge for intercultural educators in that it has become one of the most powerful storytellers about people, places, and events. In other words, the Internet tells stories about cultures through the images, sounds and texts of its various sites and genres (advertisements, documentaries, videos, music, news, blogs, etc.). These stories can provide viewers with new information and varied perspectives, but too often the dominant stories told through popular on-line resources rely on formulaic stereotypes and offer limited portrayals of diverse people and their cultures. These stories about “others” that saturate our screens can cultivate attitudes of ambivalence, or worse, raise distrust and suspicion of unfamiliar people and places. Such stories work against the goals of intercultural education by reinforcing cultural stereotypes, promoting hegemony, and legitimizing prejudices. Intercultural educators, however, can turn these obstacles into opportunities. Students must be encouraged, for example, to critically examine the images of unfamiliar cultures that they see everyday in popular media. Using a model of critical media analysis (CMA) that combines quantitative and qualitative approaches to examining media, students begin to question and challenge popular web resources and uncover the types of stories being told about cultures (their own and others’). By problematizing the stereotypes and limited representations on the web, educators and students can begin to discuss the complexities of cultural identity and intercultural relationships. This seminar will discuss the classroom opportunities of CMA and share examples of students’ work and reactions. Participants will reflect on ways to use popular web resources, even those that misrepresent cultures, as catalysts for intercultural learning.
Sara De Angelis
Dottore di Ricerca in Pedagogia Interculturale presso l’Università di Messina e l’Università Johannes Gutenberg di Mainz (Dottorato di Ricerca Internazionale in Pedagogia Interculturale). Ha collaborato con l’Università di Valladolid conseguendo il titolo di Doctor Europaeus. Attualmente collabora con le cattedre di Pedagogia Generale della Università di Napoli Federico II (è membro del gruppo di ricerca in scienze bioeducative B.E.S.) e della Università di Messina, con la partecipazione in diversi progetti di ricerca. Esperta di formazione e training interculturale, con una particolare esperienza nell’ambito scolastico (insegnamento, formazione dei docenti) e migratorio, ha completato studi linguistici con specifico riferimento alla glottodidattica. In particolare, ha insegnato italiano in Spagna e in Italia a studenti Erasmus (presso l’Università Orientale di Napoli), ha collaborato a diversi progetti europei di ambito educativo, ha svolto attività di formazione docente in programmi di cooperazione internazionale in Bolivia e di insegnamento della lingua italiana e formazione professionale per migranti e rifugiati. Ha partecipato a numerosi seminari internazionali e ha pubblicato articoli in Italia e all’estero. È membro del SIETAR e del FIFIED. I suoi interessi di studio riguardano l’apprendimento informale e non formale in relazione alla acquisizione e alla valutazione della competenza interculturale e allo sviluppo della identità culturale.
Guiderà il workshop: Come l’identità culturale in internet si va modificando insieme ad Elio Vera
Abstract:
Nel mondo virtuale, molti aspetti della comunicazione vengono modificati: l’individuazione, la percezione dello spazio e del tempo fanno ripensare il rapporto tra il senso di appartenenza ad una comunità, ad uno spazio etnico, e portano al cambiamento del concetto di nomadismo e territorialità. La possibilità di muoversi e viaggiare per molti versi può modificare il concetto di cittadinanza, mettendo le premesse per una sorta di nomadismo fisico, intellettuale e culturale (Pinto Minerva, 2002). A prima vista, questo meccanismo può incrinare un senso di identità culturale condivisa con la comunità di origine, ma questo non è sempre vero, se si considera la possibilità di utilizzare Internet per entrare in contatto con la madrepatria, con la famiglia o con gli amici (forse addirittura impedendo l’interazione piena con la comunità di arrivo). Così, le prime interpretazioni di Internet come fenomeno sociale ha portato a due punti di vista diversi: da un lato, un miglioramento della costruzione di nuove comunità virtuali basate sulla separazione dello spazio fisico e di socializzazione, dall'altro lato, la preoccupazione per la rottura di legami sociali locali, con un progressivo processo di isolamento. Secondo alcune ricerche avrebbero dimostrato che internet sembra essere usato soprattutto per scopi professionali e per il mantenimento delle relazioni sociali reali e non virtuali (Castells, 2001), ma col rapido avvento dei social network la situazione sembra mutare ancora. Particolarismo e universalismo, localismo e globalizzazione non si escludono a vicenda, ma possono essere sintetizzati evitando i rischi sia di omologazione culturale e l'ossessione dell'identità culturale in un mondo in cui le persone si muove in spazi virtuali e reali. Il workshop stimolerà sia una riflessione critica sui rapporti personali in internet, con un processo di ricerca / azione, che testimonianze su come le organizzazioni si stiano ristrutturando soprattutto se operanti a livello mondiale, e pertanto inevitabilmente in attività 24 ore su 24.
Derrick de Kerckhove
Guiderà il workshop: Scuola, schermo e corpo. L'insegnamento visto da una nuova prospettiva
Abstract:
Mi trovo continuamente a riflettere su quante sono o possono essere le persone del corpo insegnante, sia della scuola primaria, di quella secondaria o del mondo accademico che si chiedono se esiste una qualche differenza fra leggere su carta o leggere attraverso uno schermo. La mia riflessione conduce ad un aspetto evidentemente primario oggi perché la nuova dimensione tattile del coinvolgimento dei ragazzi con loro schermo è prassi, abitudine, consuetudine ed ancora più abituale strumento del quotidiano, nello stesso tempo trovo che siano sempre troppo pochi coloro che hanno studiato o studiano le forme nuove del sapere. Quando tutte le informazioni sono disponibile in rete e pronte per rispondere a qualsiasi domanda, cosa cambia? Sono certo che siamo sempre troppo pochi a riflettere su questo cambiamento perché sono tante le frontiere pedagogiche ancora da scoprire. Sono io che ho inventato la scienza nuova che concerne il rapporti tra corpo, mente e schermo. Lo ho fatto proprio perché desideravo cominciare ad investire in una linea ricerca determinante per il nostro tempo e l'ho chiamata, appunto, Schermologia. L'esternalizzazione delle nostre facoltà che dallo schermo passano alla rete crea una condizioni di vuoto intellettuale che fa ricordare le famose parole di Montaigne: "Mieux vaut une tête bien faite qu'une tête bien pleine" (meglio una testa ben fatta che una ben piena), che ha inteso così rispondere alla pedagogia enciclopedica proposta da Rabelais. Oggi l'enciclopedia è definitivamente fuori del corpo e si chiama Wikipedia. Mi chiedo e vi chiedo allora se non dobbiamo aggiornare quanto raccomandato da Montaigne con: "Meglio più teste praticamente vuote ma connesse, piuttosto che una sola isolata una ben fatta". Oggi la pedagogia deve concentrasi sulla collaborazione fra gli allievi e fra gli allievi ed i professori piuttosto che sull'individuo. Considerando che i ragazzi preferiscono lavorare in gruppi più che da soli, questa scelta non è più procastinabile. Immagino che ciò non succede ancora spesso nelle scuole ed credo che nostro compito è di far che avvenga sempre più spesso e sempre in più luoghi dove si diffonde sapere. Questo è quanto desidero discutere con voi, il mio intervento vuole essere un punto di partenza, da condividere appunto con tutto l'universo della scuola unendo passato, presente e futuro.
Maurizio Ferraris
Professore ordinario di Filosofia Teoretica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Torino. Presso l'Ateneo torinese dirige il CTAO (Centro interuniversitario di Ontologia Teorica e Applicata) e il LABONT (Laboratorio di Ontologia). Ha studiato a Torino, Parigi, Heidelberg e insegnato nelle maggiori università europee. Dirige la Rivista di Estetica ed è nel comitato direttivo di Critique e di aut aut. Dal 1989 al 2010 ha collaborato al supplemento culturale de Il Sole 24 ORE; dal 2010 scrive per le pagine culturali de la Repubblica. Le sue aree di competenza sono l’ermeneutica, l’estetica e l’ontologia.
Guiderà il workshop: Filosofia e Web
Abstract:
“Non c’è differenza tra reale e virtuale”. Questa tesi non va compresa in senso antirealistico come “il reale è diventato virtuale”, ma piuttosto come “il virtuale (il digitale, il documentale) è reale”. È una delle forme del reale, con conseguenze estremamente e talora drammaticamente reali, e in questo senso piuttosto che una realtà depotenziata e indebolita il web ci consegna a una reatà aumentata.
Paolo Ferri
Professore Associato, docente di Tecnologie didattiche e Teoria e tecnica dei nuovi media presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Milano Bicocca. Esperto di nuove tecnologie e della loro influenza sulla didattica e la cultura, è autore di numerosi saggi tra cui “Nativi digitali” del 2009.
Sessione di apertura: dialogo su apprendimento virtuale e esperienza vissuta
Alberto Fornasari
PhD in "Dinamiche formative ed educazione alla politica" presso l’Università degli Studi di Bari "Aldo Moro"; esperto in processi multi e interculturali, Professore a Contratto di Pedagogia Sociale e Interculturale, Pedagogia Sperimentale, Programmazione e Valutazione Didattica presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Bari. Membro del Laboratorio di Pedagogia Sperimentale e del Laboratorio di Pedagogia Interculturale della stessa università.
Ha una vasta esperienza nel campo della formazione interculturale e nel contesto di progetti di cooperazione internazionale. Relatore in diversi convegni nazionali ed internazionali. Si occupa di ricerca - con un approccio sperimentale - nelle discipline educative e socio-pedagogiche con particolare attenzione all’educazione interculturale, alla cittadinanza ed al dialogo interreligioso; autore di diverse pubblicazioni. Coordinatore del gruppo di ricerca universitario "Religioniindialogo", membro della SIPED (Società Italiana di Pedagogia) dell' IAIE (Associazione Internazionale di Educazione Interculturale) e della SIREM (Società Italiana di Ricerca sull'Educazione Mediale).
Guiderà il workshop: Dietro lo schermo. Adoloscenti e comunicazione ai tempi di Facebook
Abstract:
Ragazzi e internet : un tema di riflessione e di dibattito cui è difficile sottrarsi in una società globalizzata e cosmopolita. Di grande interesse appaiono gli indirizzi di ricerca tesi all’analisi degli ambienti digitali on-line a partire dalla pratiche quotidiane che i ragazzi vi mettono in atto per apprendere, comunicare con il gruppo dei pari,costruire la propria identità o esercitare i propri diritti di cittadinanza, “costruire” una mentalità interculturale, sentirsi cittadini del mondo. I new media favoriscono infatti lo sviluppo di un particolare tipo di intelligenza che H. Gardner ha definito “intelligenza relazionale” la quale si configura come matrice del pensiero interculturale. Da queste considerazioni scaturisce un primo interrogativo : attraverso le tecnologie multimediali impariamo a spostarci da una forma di conoscenza all’altra allenando la mente al viaggio? Tutto ciò richiede tipi di ricerca e di indagine complementari: l’approccio quantitativo in grado di misurare su un vasto campione la reale portata dei fenomeni e quello qualitativo capace di rendere meglio conto della dimensione soggettiva dell’esperienza di “essere on-line”. L’identità è sempre più spesso definita attraverso i segnali mutevoli degli stili di vita che i ragazzi fanno propri e delle pratiche di consumo mediale, piuttosto che attraverso tradizionali indicatori quali età, genere, appartenenza etnica e luogo di nascita. Ma parallelamente all’accesso globale alla rete di internet e alla cultura digitale condivisa i nativi digitali sono anche coinvolti in tradizioni, costumi e valori regionali e locali. Ma come realizzano le proprie opportunità e affrontano le sfide della “città mondo”? Nel workshop si approfondiranno i temi prima enunciati partendo dai risultati di una ricerca nazionale che ha visto coinvolti 1260 studenti italiani.
Nicolas Geeraert
Ha conseguito la laurea in Psicologia Teorica e Sperimentale presso l'Università di Ghent, in Belgio, nel 2000. Nella sua ricerca di dottorato si concentra sulle conseguenze ironiche del correggere le inferenze sociali. Ha conseguito il dottorato di ricerca in psicologia sociale sperimentale nel 2004, presso la Catholic University of Louvain, a Louvain-la-Neuve, Belgio. Nicolas è entrato nel Dipartimento presso l'Università di Essex nel mese di ottobre 2004. La sua ricerca si concentra nell'area della cognizione sociale. Uno degli interessi principali è la percezione sociale di individui (ad esempio, processi di attribuzione), e gruppi (ad esempio, gli stereotipi). Un altro interesse risiede nelle conseguenze negative o ironiche di controllo mentale. E' interessato alla questione del rimbalzo procedurale e al suo ruolo nel processo di valutazione e decisione. Il terzo interesse principale risiede nella psicologia transculturale. Dopo aver trascorso diverso tempo nel Sud-Est asiatico ha sviluppato forte interesse nelle differenze culturali in generale, e in quelle nella cognizione sociale in particolare.
Guiderà il workshop: Coping with intercultural adaptation, functional and dysfunctional strategies
Abstract:
Worldwide, 2.5 million students are believed to be studying abroad every year. While international education will enrich and provide opportunities, it also presents the student with many challenges. Indeed, living abroad can be a challenging experience; novel cultural situations may challenge even the most basic of daily routines, and thus require adaptation and learning on many levels. Naturally, the rather intense process of cultural adjustment can and will lead to phases of psychological strain, known as acculturative stress. In this seminar we will examine how cultural adaptation can be defined. That is, what are the different components of adaptation? Do all foreign students face the same challenges? What are possible individual differences in adaptation? How can international students deal or cope with these challenging situations? What coping strategies can they use? Which coping strategies would be effective? Where does the internet fit into these coping strategies? This seminar will explore these questions based on the findings of the Impact of Living Abroad Project. In this project, 2500 intercultural exchange students were monitored before, during and after their time abroad. The sample of this study consisted of students travelling to and from around 50 different countries. During the longitudinal study participants responded to questions on adaptation and coping.
Li-Ching Ho
E' assistente di Scienze Umane ed educazione delle scienze sociali presso l'Istituto Nazionale della Pubblica Istruzione a Singapore dove insegna studi sociali ed educazione alla cittadinanza. È un membro del consiglio editoriale di Theory and Research in Social Education ed è consulente del Ministero della Pubblica Istruzione di Singapore. I suoi principali interessi di ricerca includono l'educazione alla cittadinanza democratica e multiculturale. Ha pubblicato articoli su riviste quali il Journal of Curriculum Studies, Theory and Research in Social Education e Teaching and Teacher Education.
Guiderà il workshop: Geographies of Online Spaces and Intercultural Citizenship insieme a Mark Baildon
Abstract:
In this presentation, we explore the potential of social media for the production and distribution of ideas, public deliberation and political participation, and as civil spaces and platforms for public voice among diverse youth in Singapore. We offer an analytical template for critically examining the images, discursive structures, and the kinds of multicultural civic participation promoted by websites aimed at youth in Singapore. Focusing on the controversial issue of immigration in Singapore, we examine how the issue was addressed and deliberated in four different online spaces and consider how ideas of citizenship and civic participation in a multicultural society are constructed and defined. Key immigration issues include concerns about the number of immigrants from China, India, and other parts of Southeast Asia, and the consequent impact on housing, employment, and education. We critically evaluate the extent to which these issues are constrained by Singapore’s political and multicultural social context because the government has long prescribed rules for discussing “sensitive issues,” such as race and religion. We then consider the educational implications of these sites for teaching about culture and citizenship.
Elaine Hoter
Pioniere dell'apprendimento on-line. Dal 1995 ha unito classi e culture attraverso Internet, inclusi sordi e udenti, insegnanti con alunni, studenti con studenti provenienti da altri paesi, arabi ed ebrei. Ha convocato la prima conferenza on-line per formatori di insegnanti in Israele nel 2001 ed è stata responsabile delle ICT al Talpiot College of Education, in Israele. Borsista Fulbright, oggi oltre alla didattica e alla ricerca in varie scuole di pedagogia, fa parte di un team di tre donne che dirigono il TEC (The Center for Technology, Education and cultural Diversity) in Israele, utilizzando Internet per unire alunni arabi ed ebrei, studenti universitari e conferenzieri. E' a capo dei progetti scolastici che cercano di ridurre i pregiudizi e gli stereotipi. Ha svolto un ampio lavoro in questo settore e insieme alla sua squadra ha presentato ricerche in tutto il mondo. Dirige inoltre la sezione di insegnamento dell'inglese presso il Mofet International.
Guiderà il workshop: Building online collaboration between people and cultures
Abstract:
The Internet allows us to learn about other cultures and people who are different to ourselves by actually meeting people from other cultures. However, in order to make these exchanges fruitful we must be able to build trust between the teachers collaborating on the project, between the teachers and the students, as well as between the students from the different cultures. We need to build a non-threatening environment where students collaborate with each other using the tools of the internet. In this workshop we will look at the stages for online collaboration and online tools that can further collaboration.
Paolo Inghilleri
Professore Ordinario di Psicologia Sociale, è Direttore del Dipartimento di Geografia e Scienze Umane dell'Ambiente presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano. I suoi interessi di ricerca riguardano la relazione tra biologia, mente e cultura, lo studio dell’esperienza ottimale, la creatività, la psicologia culturale, la psichiatria transculturale, la psicologia ambientale. E’ autore di sette volumi e di più di 80 articoli pubblicati su riviste italiane e internazionali.
Geoff Lawrence
Educatore di insegnanti, ricercatore e "designer di curriculum", interessato a esplorare il potenziale dell'apprendimento on-line e interculturale nell'insegnamento delle lingue e nella formazione degli insegnanti. In qualità di docente presso l'Ontario Institute for Studies in Education della University of Toronto, la sua ricerca e le sue pubblicazioni hanno esaminato l'impatto delle credenze degli insegnanti sull'uso dell'apprendimento delle lingue assistito dal computer e le strategie per promuovere la competenza interculturale nell'insegnamento delle lingue e nella formazione degli insegnanti.
Guiderà il workshop: Building Investment in Intercultural On-line Language Learning Environments
Abstract:
Given the emerging focus on the intercultural dimension in language teaching and learning, language educators have been exploring the use of information and communications technology (ICT)-mediated language learning environments to link learners in intercultural language learning communities around the globe. Despite the potential promise of ICT-mediated learning, research has identified a number of challenges including inadequate pedagogy that limit intercultural and language learning in these online intercultural collaborations.
This session will review these challenges and will discuss a three-part working model to guide the integration of online intercultural collaboration into classroom language teaching. This emerging framework is developed around the need to engage learners in the planning and preparation of these collaborations, to build identity investment and sense of community in these projects and to actively working with intercultural content and rich points to deepen intercultural language learning processes.
Kostas Magos
E' docente presso il Dipartimento di Educazione della Prima Infanzia presso l'Università della Tessaglia (Grecia). I suoi interessi scientifici includono la teoria e la pratica dell'educazione interculturale, l'educazione di bambini e adulti immigrati e delle minoranze, l'uso di ricerca-azione e della ricerca narrativa nella formazione degli insegnanti e nelle pratiche educative.
Guiderà il workshop: Digital communities and intercultural dimensions in early childhood education con Katerina Spanopoulou
Abstract:
A considerable amount of research studies have shown that students’ participation in collaborative projects through digital communities, contributes extensively to the development of mutual influence and intercultural communication between them. This group seminar will discuss the contribution of digital communities in intercultural awareness of young children. The discussion will be based on the presentation of an intercultural project where kindergarten classes of different European countries participated. Indicative examples of digital intercultural communities for primary and secondary school students will also be presented during the seminar. The participants of the seminar will have the opportunity to exchange perceptions and experiences concerning the contribution of digital technology and digital communities to intercultural education.
Susanna Mantovani
Professore Ordinario di Pedagogia Generale e Sociale all'Università degli Studi di Milano Bicocca dove dal 2007 è Pro-rettore Vicario.
La sua attività di ricerca nel contesto nazionale e internazionale riguarda lo sviluppo infantile nei contesti educativi, le politiche per l’infanzia e la famiglia, l'educazione interculturale, la formazione degli adulti, le nuove tecnologie. E’ membro del Comitato Scientifico della Fondazione Intercultura Onlus e del Consiglio Direttivo del Comitato Unicef Italia. Ha partecipato al progetto OCSE Starting Strong ed è stata consulente di numerosi progetti della Fondazione Bernard Van Leer. Fra le ricerche più recenti: La scuola che vorrei. La voce dei giovani sulla scuola (finanziata dalla Fondazione Intercultura); Children Crossing Borders. Children of Immigrants in Early Childhood Settings in Five Countries, A Study of Parents and Staff Belief (www.childrencrossingborders.org) e Facilitating Dialogue between Parents and Teachers (entrambe finanziate dalla Fondazione Van Leer); Bambini e Computer (finanziata dalla Fondazione IBM)
Sessione di apertura: dialogo su apprendimento virtuale e esperienza vissuta
Gianni Marconato
Psicologo e formatore. Il suo interesse è per i meccanismi che attivano, sostengono e migliorano i processi di apprendimento. Da quasi 30 anni si occupa anche di formazione a distanza ed approda “naturalmente” all’uso didattico delle tecnologie per le quali ricerca modalità operative (a distanza ed in presenza) che contribuiscono al miglioramento dei processi di apprendimento. Ha realizzato numerosi progetti di didattica con le tecnologie ideando e sviluppando differenti tipologie di “ambienti di apprendimento” digitali. Su questi temi ha pubblicato due libri e numerosi articoli su riviste professionali e scientifiche. Opera come libero professionista e svolge insegnamenti e laboratori presso le università di Padova e Verona. I suoi riferimenti concettuali ed operativi sono di matrice cognitivista e costruttivista. E’ presente ed attivo in numerosi ambienti on-line, condivide le sue esperienze e riflessioni attraverso il blog “Apprendere (con e senza le tecnologie)” in www.giannimarconato.it ed è animatore del network di pratica “La scuola che funziona” in www.lascuolachefunziona.it. E’ membro del Direttivo della Società Italiana di e-learning dove è delegato per i Social Media ed è delegato Education nell’associazione NordEst Digitale
Guiderà il workshop: chi e cosa perde o guadagna nell’era digitale. Uno sguardo alle pratiche sociali e scolastiche delle nuove generazioni
Abstract:
Come giustamente evidenzia la tematizzazione di questo convegno, l’informatica, internet e da ultimo la pratica del social networking, generano atteggiamenti sociali e culturali spesso opposti ed oscillanti tra l’osannare ed il criminalizzare gli strumenti stessi, ma anche le pratiche che grazie a questi nuovi strumenti ed approcci vengono attivate a livello individuale e collettivo. Come tutte le problematiche che si manifestano nella società e nelle interazioni tra le persone, anche questa è complessa: non ha una “soluzione” unica, vera, ma presenta numerosi punti di vista, ognuno dei quali legittimo essendo fondato su presupposti etici, culturali, filosofici, scientifici differenti oppure su interessi di particolari gruppi. Il workshop fa propria la prospettiva del valore aggiunto delle innovazioni culturali, sociali e pratiche attivate dall’avvento delle tecnologie digitali e di internet e quella della necessità di guardare a queste innovazioni secondo schemi di riferimento nuovi orientati a cogliere ciò che queste innovazioni portano con sé piuttosto che evidenziare ciò che non c’è più. Un approccio a conoscere le cose per quello che sono e di nuovo apportano e non per quello che non sono più rispetto a schemi culturali e sociali in uso in un’era pre digitale. Nel corso del workshop, a partire dalla presentazione dei risultati di alcune ricerche sugli usi di internet e dei social network da parte dei giovani e di alcune concettualizzazioni presenti in letteratura, verranno presentate e discusse alcune prospettive dalle quali poter dare una o più risposte alle domande poste nella presentazione del convegno.
Alessandro Mariani
Professore ordinario di Pedagogia generale e sociale nell'Università degli Studi di Firenze, presso il Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia. Ha partecipato a vari Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale ("PRIN") e ha condotto alcuni suoi lavori di ricerca anche all'estero (a Beirut, a Cambridge, a Losanna, a Madrid, a Olimpia, a Parigi, a San Francisco e a San Paolo). Nel 2001 e nel 2008 è stato insignito del Premio Nazionale di Pedagogia "Raffaele Laporta". È Condirettore della rivista "Studi sulla formazione", Direttore del Master Universitario per la Dirigenza degli Istituti Scolastici ("MUNDIS") e Delegato dell'Ateneo fiorentino per la Formazione degli insegnanti di scuola primaria e secondaria dell'Università degli Studi di Firenze. A partire dalle sue esperienze di ricerca scientifica e di didattica universitaria, Alessandro Mariani si è costantemente collocato nell'alveo della pedagogia generale, coltivando sia l'ambito filosofico-educativo sia quello storico-pedagogico. Un percorso all'interno del quale ha sempre tenuto presente il discorso pedagogico contemporaneo, i suoi modelli teorici di riferimento, la sua logica interna, i suoi dispositivi etico-politici e i suoi connotati epistemologici. Oltre ad una serie di traduzioni e recensioni e a numerosi articoli e saggi ha pubblicato varie monografie e curatele in area pedagogica.
Fernando Naiditch
Ha conseguito un dottorato di ricerca in Studi multiculturali multilingue alla New York University. Ha insegnato per oltre venti anni in Sud America, Europa, Medio Oriente e Stati Uniti. Ha conseguito un dottorato in Linguistica, un Diploma (DOTE, Dip. TESL) in Didattica della Seconda Lingua presso l'Università di Cambridge, in Inghilterra, e un MA in acquisizione della seconda lingua presso l'Università Federale di Rio Grande do Sul (UFRGS) in Brasile. La sua ricerca si concentra sulla comunicazione interculturale, il multiculturalismo, la pragmatica interlinguistica e sull'uso della pedagogia critica come strumento per raggiungere l'equità e la giustizia sociale nell'istruzione. Come risultato del suo lavoro con studenti di lingua inglese nel sistema scolastico pubblico di New York, nel 2003 è stato insignito del James E. Weaver Memorial Award, assegnato dal New York State TESOL. E' attualmente Professore Associato presso il Dipartimento di studio e di insegnamento presso la Montclair State University, dove insegna corsi di educazione multiculturale, diversità, ed educazione di popolazioni di studenti culturalmente e linguisticamente diversificate.
Guiderà il workshop: Intercultural Education in the Digital Era
Abstract:
This workshop will explore connections between the digital world and the classroom focusing on developing intercultural communication and understanding. The presenter will describe a classroom project developed in a course on diversity education that required students to use digital media and technology as a way to cross cultural borders and help diminish the gap between cultures and groups in classrooms and schools. The project was developed as a response to the finding that the same tools and resources that were once thought to bring people together are in fact being responsible for creating homogenous networks of people who think and act alike. Students were required to engage in some form of intercultural communication with people, organizations or communities different from the ones they already belonged to and to exchange information and learn about a different socio-economic and cultural context and different ways of relating to the world. Students kept a blog/journal in which they recorded their experiences. The project resulted in an increased awareness of the potential of social networks and online learning platforms in helping students cross cultural borders and participate in different cultural communities. Additional possible uses of digital media to enhance intercultural communication as well as pedagogical strategies and teaching/learning implications will be explored.
Donatella Nucci
Guiderà il workshop: eTwinning: lavorare e studiare insieme in rete
Maria Ranieri
Dottore di Ricerca in "Telematica e Società dell'Informazione", è Ricercatore in Didattica e Pedagogia Speciale presso il Dipartimento di Scienze dell'Educazione e dei Processi Culturali e Formativi dell'Università di Firenze, dove svolge attualmente la sua attività di ricerca, in particolare negli ambiti riguardanti le tecnologie in educazione e i metodi della ricerca educativa. Sul versante delle tecnologie in educazione, si è soprattutto occupata del rapporto tra tecnologie dell'informazione e della comunicazione e processi formativi, con particolare attenzione alle dimensioni fenomenologiche e metodologiche della formazione in rete.
Guiderà il workshop: Nuovi media e apprendimento tra divari e opportunità
Abstract:
Nella maggior parte dei paesi industrializzati, Internet è ormai entrata nella vita quotidiana di molti di noi: dall’acquisto di un biglietto del treno alla consultazione di un catalogo bibliografico, la rete sta per diventare una “tecnologia invisibile”. La crescita, poi, di Internet in casa e a scuola ha avuto come conseguenza l’emergere di una particolare fascia di utenti, costituita da bambini e adolescenti per i quali l’ambiente domestico e scolastico costituiscono i luoghi privilegiati per essere online.
Parallelamente si moltiplicano i dibattiti, in sede accademica e politica, sul ruolo che le agenzie educative, dalla scuola alla famiglia, dovrebbero svolgere nei riguardi delle nuove generazioni e del loro rapporto con Internet e i media elettronici. A questo riguardo le posizioni tendono spesso a contrapporsi così come è accaduto in passato con altri media, dalla televisione al computer. Da un lato, vi sono quelli che Eco definiva gli “apocalittici”: costoro percepiscono le nuove tecnologie come negative in se stesse e l’accento cade allora sui rischi a cui esse espongono i più giovani, che risultano vengono visti come vulnerabili e potenzialmente a rischio. Dall’altro, vi sono i cosiddetti “Integrati”: costoro attribuiscono alle tecnologie un ruolo intrinsecamente positiva e l’enfasi si sposta allora sui ritardi dei sistemi educativi nel cogliere il cambiamento e nell’adeguarsi alle nuove istanze poste dall’era digitale.
La prospettiva da cui muove e che attraversa questo contributo si colloca al di là di queste due opposte visioni. In linea con gli avanzamenti recenti nel campo della Media Education, decisamente orientata oggi più verso l’empowerment che verso la tutela/protezione, si suggerisce di guardare alla rete considerandone tanto i rischi quanto le potenzialità allo scopo di individuare uno spazio d’intervento per la mediazione educativa, che si presenta tanto ricco di sfide, quanto indispensabile per un uso consapevole, critico e creativo della rete.
Milena Santerini
Professore Ordinario di Pedagogia generale e Dottore di ricerca in Pedagogia presso l''Università Cattolica di Milano. Insegna Pedagogia generale, Pedagogia sociale e interculturale, Pedagogia della persona e delle emergenze educative. È coordinatrice del Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria, direttore del Centro di ricerca sulle relazioni interculturali e direttore scientifico del Master in "Formazione interculturale. Competenze per l'integrazione e l'inclusione sociale".
Guiderà il workshop: Educazione morale e neuroscienze. La coscienza dell’empatia
Abstract:
Le neuroscienze stanno producendo una vera e propria rivoluzione in campo educativo, in particolare in ambito morale. Esse confermano l’enorme plasticità del cervello, la rilevanza dell’inconscio e l’importanza della “mente incorporata”; nella loro prospettiva, le emozioni non sono un ostacolo alla razionalità, ma una guida per comprendere il mondo. Si sta affermando un paradigma che, a partire dalla scoperta dei neuroni-specchio, propone un’immagine della persona caratterizzata dall’empatia “naturale” nei confronti dell’altro e dalla proiezione verso il riconoscimento reciproco. Nello workshop verranno presentate le linee principali di un’educazione morale non formale ed astratta, che si realizza nella concretezza dell’esistenza umana e si nutre della comprensione degli aspetti emozionali, Sulla base della compassione “istintiva” messa in luce dalle neuroscienze è, infatti, possibile educare a comportamenti di aiuto e di cooperazione, superando gli atteggiamenti di indifferenza e di esclusione morale, compreso il pregiudizio verso l’estraneo, e orientandoci ad essere non solo naturalmente, ma anche culturalmente, negli altri e per gli altri.
Corrado Sinigaglia
Professore Ordinario di Logica e Filosofia della Scienza presso l'Università di Milano. In precedenza ha studiato presso gli Husserl-Archives di Leuven (1992-1993), presso l'Ecole Normale Supérieure di Parigi (1994) e presso l'Università di Genova (1995-1999), dove ha conseguito il dottorato di ricerca in Filosofia della Scienza. I suoi campi di ricerca sono le neuroscienze cognitive e la filosofia della mente. Attualmente sta lavorando sul ruolo dell'azione nella cognizione sociale.
Guiderà il workshop: Lo spazio del corpo e il potere dell'azione
Katerina Spanopoulou
Laureata in Lingua e Letteratura Inglese presso l'Università Aristotele di Salonicco e in formazione prescolare presso l'Università di Ioannina. Ha completato gli studi post-laurea in "Produzione di materiale didattico per bambini" presso l'Università della Tessaglia. Attualmente lavora presso il Centro di Educazione Ambientale di Makrinitsa, progettando e realizzando programmi di formazione per gruppi di studenti della scuola primaria e secondaria.
Guiderà il workshop: Digital communities and intercultural dimensions in early childhood education con Kostas Magos.
Roberto Toscano
Già Ambasciatore d'Italia in India dal 2008, dopo essere stato per cinque anni (2003-2008) Ambasciatore d'Italia in Iran. Fino al 2003 è stato Capo dell'Unità di Analisi e Programmazione del Ministero degli Affari esteri italiano e ha presieduto il "Development Assistance Committee network on conflict, peace, and development co-operation" dell'OCSE. In precedenza ha prestato servizio, come diplomatico di carriera, in Cile, URSS, Spagna, Stati Uniti e alla Rappresentanza Permanente d'Italia presso le Nazioni Unite a Ginevra. Ha una laurea in giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Parma e un MA presso la "School of Advanced International Studies" della Johns Hopkins University, che ha frequentato come borsista Fulbright. Nel 1987-88 è stato Fellow presso il "Center for International Affairs" dell'Università di Harvard. Dal 2000 al 2003 è stato visiting professor di relazioni internazionali presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università LUISS di Roma. Ha insegnato anche all'Università di Pisa. Nel 2011 trascorrerà un semestre al Woodrow Wilson International Center for Scholars (Washington D.C.) per una ricerca su Iran e democrazia. È autore di libri e articoli (in materia di diritti umani, mantenimento della pace, prevenzione dei conflitti, etica e relazioni internazionali), pubblicati in Italia, Stati Uniti, Francia, Spagna e India.
Elio Vera
Ha compiuto studi di economia e poi di psicologia all’Università Statale di Milano, co-fondatore e presidente del CESMA, ha operato per 20 anni nel marketing in aziende multinazionali quali Unilever, Henkel, Young & Rubicam, e all’estero (UK, Francia, Spagna, Portogallo, Svizzera, Bulgaria, Russia, Lettonia, Cile, Colombia) come consulente, formatore, relatore e peer reviewer nei processi di accreditamento Master di EFMD, CEEMAN e ASFOR. Si è specializzato nell’analisi delle relazioni di gruppo, in sviluppo organizzativo e in consulenza alle imprese familiari, approfondendo l’approccio Tavistock. Ha collaborato con ISPFP-Istituto Svizzero di Pedagogia per la Formazione Professionale come direttore di corsi. Consigliere ASFOR-Associazione Italiana per la Formazione Manageriale, ne coordina le attività internazionali. E’ socio emerito EFMD-European Federation for Management Development e Past President e ora Vice President di ETDF-European Training and Development Federation. Dal 1998 è membro di SIETAR, dal 2006 al 2009 è stato consigliere di Sietar Europa e nel gennaio 2009 è stato co-fondatore di Sietar Italia. Appassionato di Social Network, opera anche in inglese, francese e spagnolo.
Guiderà il workshop: Come l’identità culturale in internet si va modificando - insieme a Sara De Angelis
Aleksandra Wach
Aleksandra Wach, PhD, lavora come Assistant Professor presso la Scuola di lingua inglese, Adam Mickiewicz University, Poznan, Polonia. Oltre a insegnare l'inglese come lingua straniera a livello universitario, conduce corsi di didattica EFL ed è coinvolta nella formazione degli insegnanti di inglese prima e durante il servizio. I suoi interessi professionali comprendono: processi di acquisizione della seconda lingua, apprendimento e insegnamento della grammatica, l'applicazione della musica nell'insegnamento delle lingue straniere, la creatività e la riflessività degli insegnanti, lo sviluppo della competenza interculturale nel processo di apprendimento e di insegnamento di una lingua straniera, e, attualmente, l'applicazione delle nuove tecnologie nell'apprendimento e nell'insegnamentodelle lingue straniere. E' stata co-autrice di una monografia sulla rilevanza della musica nell'apprendimento e insegnamento EFL e ha pubblicato articoli in pubblicazioni e riviste specializzate su temi selezionati che riflettono i suoi interessi di ricerca.
Guiderà il workshop: The role of computer-mediate communication in enhancing linguistic and intercultural competence
Abstract:
Computer-mediated environments nowadays offer numerous opportunities for their application in L2 learning and teaching, and computer-mediated communication (CMC) has been recognized as particularly relevant for L2 acquisition and education. The main advantages of CMC as an L2 development tool include relatively easy access to relevant, authentic input, and increased opportunities for engaging in interaction with native speakers of L2 and other, non-native L2 users. Moreover, CMC stimulates learners’ output, as it contributes to increased learner participation in communication, and generally fosters learner-directed learning. Apart from these benefits, with the internet being a scene for multicultural exchanges, involvement in CMC provides L2 learners with opportunities to develop intercultural competence. The session will present the results of a two research projects. One of them focused on establishing how much and what kind of contact with English Polish high school learners (n=167) had through CMC and how they perceived the influence of Internet language input on their competence in English and the value of engaging in CMC as a social and cultural experience. Finally, the study aimed to investigate the subjects’ levels of comprehension of selected authentic CMC samples and their judgment of these samples as correct or incorrect. The other study was conducted on advanced Polish and Romanian learners of English (N=130) and it aimed to verify whether and to what extent the participants made use of CMC in order to improve their competence in English and raise their intercultural awareness. The findings of both studies showed that the participants intensively engaged in CMC for both leisure and educational reasons, and that much of their CMC use was in English. This created opportunities for practicing English and developing more informed and open attitudes toward other cultures, which was appreciated by the study participants. The study revealed some interesting differences between the participants from the two countries (Poland and Romania) in the way they approached CMC through the medium of English, which may point to an indication of cultural differences, or other contextual and educational factors. The study findings lead to a formulation of conclusions concerning the role of the foreign language teacher as an intercultural mediator who offers guidance to learners in their intercultural CMC experience.
Paige Ware
Professore associato presso il Dipartimento di insegnamento e apprendimento presso la Southern Methodist University. Le sue ricerche si concentrano sull'uso della comunicazione online per promuovere la consapevolezza interculturale attraverso il linguaggio online internazionale e nazionale e partnership culturali, nonché l'uso di tecnologie multimediali per promuovere la crescita dell'alfabetizzazione e del linguaggio tra gli adolescenti. Le sue ricerche sono state finanziate dalla TESOL International Research Foundation for English Language Education (TIRF), dalla National Academy of Education's Spencer post-doctoral fellowship e da un SMU Ford Fellowship. Oltre che ricercatrice e insegnante, è anche reviews editor per Language Learning & Technology, membro del TESOL Technology Standards authoring team e ricercatrice principale di un fondo per lo sviluppo professionale del Department of Education Office of English Language Acquisition (OELA), che supporta educatori delle scuole secondarie nell'acquisire la certificazione supplementare ESL.
Guiderà il workshop: Teaching Comments: Intercultural Communication Skills in the Digital Age
Abstract:
In the last decade, as communication technologies have become more readily accessible and affordable, a number of intercultural communication projects have made use of text-based and video-based exchanges to connect second and foreign language learners in web-based language and culture exchange projects. Although the first wave of research emerged at the post-secondary level, extended work with adolescent learners has recently begun to appear. In this workshop, I invite participants to consider what kinds of communication skills might become the target of classroom instruction when teachers invite adolescent learners to participate in online intercultural exchanges. To provide a context for this discussion, we will examine the language choices that adolescent students in Spain and the U.S. made in a 15-week online intercultural exchange. The frame for this analysis of their interactional language stems from the skills that Byram (1997) outlines in his model of intercultural communicative competence: the skills of discovery and interaction and the skills of interpreting and relating. The guiding questions of this workshop will focus on concerns about how to avoid teaching toward a dominant set of social and cultural norms and about how to assess students in the development of intercultural communication skills.
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